Avendo avuto la fortuna di ammirare in anteprima le straordinarie foto che il mio amico Roberto Bartoloni ha scattato per il suo libro fotografico “Splendida Natura del Nord-America”, ho fatto subito un pensiero, che poi è, veramente, un semplice ricordo scolastico. Di quando, ai tempi del liceo, una professoressa innamorata della letteratura francese mi fece leggere, o per meglio dire studiare, il romanzo Notre Coer di Guy de Maupassant (1890). E siccome i professori quando sono bravi e appassionati qualcosa poi ti lasciano, così non solo quel ricordo scolastico me lo sono tenuto caro, ma anche quel libretto di letture scolastiche che possiedo ancora.E’ una vecchia edizione dell’editore Albin Michel di Parigi.

Ma, per venire al dunque, quanto al “qualcosa che m’è rimasto in mente”, vi dirò che si tratta di una frase che si riferisce al protagonista del romanzo, Gaston de Lamarthe il quale descriveva perfettamente, così come lo si immaginava nell’ottocento, quel personaggio allora inconsueto e modernissimo che era il fotografo, e di lui scriveva: “armato di un occhio, l’apparecchio fotografico, che catturava immagini, atteggiamenti e gesti con rapidità e precisione straordinarie, ma soprattutto dotato di una capacità di penetrazione dei sensi da vero romanziere naturale che, con il fiuto di un cane da caccia, immagazzinava dal mattino alla sera informazioni”.

Ecco, io lo vedo così il mio amico Roberto, seppure armato, com’è ovvio, d’un “occhio” ben più sofisticato che non quei primitivi apparecchi ottocenteschi. Ma ciò che soprattutto vedo in lui, o meglio intuisco dalla sua opera, è la capacità di narrazione e di coinvolgimento che può esprimere una sequenza di immagini se “viste”, però, dalla persona giusta, cioè sensibile e competente. Un viaggio che vediamo con i suoi occhi, o meglio ancora col suo”terzo occhio”. Viaggio all’interno di una natura straordinaria: dalle Everglades al Bosque del Apache, al Colorado Plateau, al paesino canadese di Churchill coi suoi orsi bianchi e le sue volpi.

Sì, anche così si può fare un viaggio, ma solo se il fotografo diviene narratore, dispensatore generoso delle sue esperienze.

Danilo Mainardi
Presidente onorario della Lipu
Professore emerito dell’università Ca’ Foscari di Venezia